Scontri, lanci di fumogeni e un ferito: Panathinaikos-Olympiakos non si gioca
Dopo quasi 50 minuti, l’arbitro Andreas Pappas ha preso la sua decisione: il derby degli eterni nemici tra Panathinaikos e Olympiakos non si giocherà. Una scelta che pare obbligata, date le situazioni di tensione createsi all’interno dello stadio e fuori dall’impianto.
Procedendo con ordine, le prime notizie di scontri tra tifosi e polizia risalgono a circa due ore prima dell’inizio della gara. Le forze dell’ordine, secondo quanto raccontato dai media greci, avrebbero utilizzato del gas lacrimogeno per disperdere un gruppo di supporters di casa.
La reazione degli ultrà del trifoglio è stata immediata: lanci di bombe carta, fumogeni, pietre e quant’altro trovato per le traverse di Leoforos Alexandras. I report ufficiali parlano di alcuni contusi e soprattutto di un poliziotto gravemente ferito, trasferito d’urgenza all’ospedale.
All’interno dello stadio, le cose non sono andate diversamente. Dalle parti del Gate 13 sono partiti diversi lanci di fumogeni contro i giocatori dell’Olympiakos, che hanno abbandonato il campo. Savvas Theodoridis ha commentato: “La Legge Kontonis parla chiaro, questi comportamenti sono proibiti e duramente puniti. Non possiamo giocare in una giungla!“.
La partita, che sarebbe dovuta cominciare alle 18:30 ora italiana, è stata rinviata ufficialmente verso le 19:20, quando la polizia ha confermato all’arbitro Pappas l’impossibilità di garantire l’ordine in campo e sugli spalti. Ora è molto probabile che al Panathinaikos venga inferta una sconfitta a tavolino.
Le ultime notizie confermano un’invasione di campo da parte di circa 150 ultrà, che hanno iniziato un corpo a corpo con la polizia, lanciando oggetti e razzi.