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Il Gran Premio di Russia: una storia tutta da scrivere

Il circuito di Sochi, che domenica festeggerà il suo primo compleanno in Formula 1, rappresenta uno dei successi più brillanti per Bernie Ecclestone. La carriera del Patron del Circus non è stata certo avara di soddisfazioni, ma l’inclusione della Russia nel calendario del Mondiale rimane una delle sue conquiste più difficili e, per questo, prediletta.

I tentativi di Ecclestone per organizzare un Gran Premio “Oltrecortina” iniziarono oltre quarant’anni fa. La Guerra Fredda separava il mondo in due metà, il cui confine simbolico si stagliava lungo il Muro di Berlino, robusta e, così sembrava all’epoca, inscalfibile barriera fra Est e Ovest. Nel 1983 sul calendario provvisorio del Mondiale, trovò sorprendentemente posto una data russa, ma i problemi politici e burocratici non ne permisero il compimento. Fu così l’Ungheria, nel 1986, la prima a ospitare, fra le nazioni in orbita comunista, una competizione di Formula 1.

Il Patron però non si arrese e il suo lavoro parve concretizzarsi nel 2012, con l’inaugurazione dell’autodromo di Mosca su progetto di Hermann Tilke. Il Moscow Raceway diede il benvenuto alle prime competizioni motoristiche in terra russa, ma, paradossalmente, non furono corse di Formula 1, bensì di Formula Renault 3.5 e 2.0. Toccò invece a Sochi, teatro dei giochi olimpici invernali del 2014, l’onore di questo primato, solennizzato, nel 2010, dalla presenza di Vladimir Putin alla stipula del contratto che avrebbe condotto il Circus sulle rive del Mar Nero.

Dopo le gare a Singapore e in Giappone, e la Formula 1 approderà dunque in Russia, prima di volare nuovamente oltre oceano, alla volta degli Stati Uniti. E non può non spiccare questa successione di date, che pone la Russia al crocevia di Oriente e Occidente, in una rappresentazione quasi simbolica del suo essere punto di incontro fra due mondi.

Daniil Kvjat, il “Russo di Roma” come è stato soprannominato a causa della sua scelta di vivere in Italia, è senza dubbio il protagonista più atteso domenica. Le attenzioni del pubblico si focalizzeranno sul pilota della Red Bull, secondo russo in Formula 1 dopo Vitalij Petrov. Molti appassionati sperano di vedere il connazionale salire sul podio. Kvjat in realtà è nato a oltre 1.700 km da Sochi, ma nella scorsa stagione, il calore del tifo autoctono lo spinse a ottenere il quinto posto in qualifica, miglior risultato di un pilota russo sulla griglia di partenza, perfezionato quest’anno dal quarto posto a Singapore.

Il favorito per la vittoria finale resta però Lewis Hamilton, il quale ha dimostrato di apprezzare molto questo circuito. L’anno scorso si mostrò il più veloce in tutte e tre le sessioni delle prove libere del venerdì, il sabato conquistò la pole position e concluse il trionfale week end tagliando in testa il traguardo, con ben 13 di vantaggio sul compagno di squadra Nico Rosberg. Valtteri Bottas gli negò però la gioia del Grande Slam, fissando a 1’40″896 il giro più veloce della pista. La Mercedes si augura di poter ripercorrere le orme dell’anno scorso, quando proprio in Russia conquistò il Mondiale costruttori, ma altre scuderie, con la Ferrari in primis, scenderanno in pista decise a frenare questo predominio.