La Lega Svizzera ha aperto una procedura disciplinare contro due giocatori del Lugano. L’accusa: promessi premi a vincere
Le feste per la promozione, in Canton Ticino, sono terminate. E adesso, è il momento delle polemiche. Tra i giornalisti della Svizzera italiana, presenti ieri nella tribuna stampa del St-Jacob Park per la finale di Coppa svizzera, circolavano le ultime indiscrezioni sulla vicenda che sta preoccupando gli appassionati di calcio ticinesi, e i tifosi luganesi in particolare. Dopo l’allontanamento (con qualche mugugno da parte di qualche tifoso bianconero) dell’allenatore della promozione, Livio Bordoli (come vi avevamo riferito qua), ora ci sarebbe un problema più serio. Giorni fa, da Sciaffusa, è giunta voce che dei giocatori della squadra ticinese (due, per la precisione) avrebbero offerto un premio a vincere ai giocatori della squadra locale, impegnata contro il Servette, in lotta per la promozione. La cosa ha destato scalpore: in Italia i premi a vincere sono permessi, mentre una rigida interpretazione del’articolo 135 del regolamento di gioco dell’Associazione Svizzera di calcio di fatto li vieta (“(…) falsare o influenzare il risultato di una gara, attraverso promesse o donazioni di denaro o regali vari, è vietato”).
Negli ambienti calcistici ticinesi, la notizia ha provocato un terremoto. Da Sciaffusa il presidente della squadra giallonera, Aniello Fontana, sentito nei giorni scorsi da Ticino News, è stato molto duro: “”Ho lavorato 9 anni del comitato della Lega, quindi sono più informato di un normale presidente. Si tratta di legge. Se il Lugano o un altro Club vuole fare un’offerta di questo tipo solitamente è qualcuno all’interno del Club che prende contatto con una controparte dell’altro Club. Se questa offerta fosse stata fatta a me direttamente avrei saputo immediatamente cosa rispondere. Mi ricordo tanti anni fa che un presidente di un altro Club mi offrì una cena in caso di vittoria. Ho ringraziato e mi sono rivolto alla Lega che mi ha detto che non avrei potuto accettare un premio del genere, e quindi rifiutai.”. Alla domanda dei cronisti ticinesi sulla gravità o meno del fatto, Fontana è stato durissimo: “(…) Per me è una cosa che non si deve fare. Ma la storia non finisce qui, ed è più grave di quanto si pensi perché reputo che la Commissione disciplinare debba intervenire con una denuncia.”
Altrettanto dura, però, la reazione del Lugano calcio. Due i comunicati stampa ufficiali relativi alla vicenda: nel primo, la Società ha respinto ogni illazione, rendendo noto che, sulla materia, nessun tesserato avrebbe rilasciato dichiarazioni. Nel secondo, più dettagliato, la Società conferma l’avvenuta apertura del procedimento disciplinare a carico di due suoi tesserati, avvisando però che nessuno deve essere (giustamente) considerato colpevole prima del termine definitivo del procedimento medesimo. Inoltre (fatto importante), viene reso noto che nessun addebito è stato rivolto nei confronti della società calcistica, la quale avvisa inoltre che si tutelerà in ogni sede contro le dichiarazioni di giornalisti e dirigenti di altre Società, che possano essere considerate lesive dell’onore e della rispettabilità di Società e tesserati.
L’opinione pubblica ticinese sembrerebbe solidarizzare (in genere attraverso i social network), in maggioranza, con i due giocatori coinvolti (Djuric e il centravanti Rossini, secondo fonti della stampa locale). Anche avvocati esperti di diritto sportivo provano a fornire la loro interpretazione. Brenno Canevascini, legale elvetico specialista in diritto sportivo, in un’intervista a Ticino News, non vede che problema possa esserci a incentivare qualcuno a vincere una partita. Tuttavia, le applicazioni del Regolamento sembrerebbero essere abbastanza rigide. Staremo a vedere gli esiti dell’inchiesta. Chi invece non ha aspettato è stato lo Zurigo, proprietario del cartellino di Rossini (che era in prestito ai bianconeri): i tigurini hanno infatti reso noto, attraverso il proprio sito ufficiale, di avere rescisso il contratto che legava l’attaccante (prelevato dallo Sciaffusa lo scorso anno e ceduto in prestito al Lugano durante la sessione invernale del marcato) alla squadra biancoblù.