Parma, profondo rosso
Mai titolo è più emblematico per parlare della situazione in casa Parma. Ok, la squadra ha i colori gialloblù, ma “profondo rosso” è per sottolineare il bagno di sangue che sta vivendo la società emiliana: una situazione in cui trovare una soluzione sembra pura utopia, nonostante le rassicurazioni del neo patron Manenti. Eh sì, utopia, perché adesso le parole non bastano, adesso non bastano neanche quelle rassicurazioni che sono state date, esempio, anche da quel Taci che poi ha ben pensato di mollare baracca e burattini e vendere a sua volta, lasciando una squadra in ultima posizione di classifica, lasciando una situazione economica che definire in difficoltà è un eufemismo, lasciando una tifoseria arrabbiata come mai, prima d’ora.
Ma perché si è arrivati a tanto? Sinceramente, faccio molta fatica a concepire il perché di una simile situazione. Ghirardi ha di fatto lasciato il club in una difficoltà assurda. Ma come può essere mai accaduto? Come può essere mai possibile che un presidente che gestisce un club, uno staff, una squadra per tanti anni non si renda conto che la strada intrapresa non è quella giusta, ma è quella che porta a un’autodistruzione imminente? Sì, eravamo consapevoli delle difficoltà societarie in casa Parma già prima dell’inizio del campionato, ma – forse per superficialità – la situazione dei ducali non sembrava così diversa da quella di tantissime altre squadre del nostro campionato: poca liquidità, tante difficoltà. Insomma: un’azienda, l’ennesima nel panorama italiano, che fa fatica ad andare avanti.
Un conto, però, è la fatica, un conto è quella serie di assurdi stravolgimenti che stanno coinvolgendo la squadra emiliana. Il Parma ha cambiato ancora una volta proprietario: ora, al signor Manenti toccherà l’onore e l’onere di rendere nuovamente solida la situazione di un club che non è solo in una grave crisi economica, è anche ultimo in classifica, ha una marea di debiti ed è di recente stato abbandonato, alla Schettino-style, dal suo uomo più rappresentativo, dal talento principale, dal talento che avrebbe dovuto fare la differenza in positivo ma che invece ha tirato i remi in barca prima di tutti: Antonio Cassano.
Ok, lungi da noi puntargli il dito contro – dato che anche lui di fatto non ha mai preso lo stipendio – anche se è ovvio che FantAntonio non abbia dato un grande esempio, in termini di stile. “Via dalla barca che affonda, e chissenefrega delle difficoltà. Senza capire quale fosse il futuro, senza aspettare di vedere cosa sarebbe accaduto di lì a poco. Perché qualcosa è accaduto: è arrivato il signor Manenti, che no: non avrà – come detto – un compito affatto facile. Lui è chiamato a ridare dignità a un club che ha un nome prestigioso, è chiamato a ridare forza a uno staff, a una squadra indebolita nella mente e nel fisico, a ridare vigore a un gruppo di lavoro e fiducia a una tifoseria che no, lei veramente non ha mai mollato neanche un centimetro. Manenti, dunque: tocca a te. Manenti, ce la farai? Chissà. Speriamo di sì, ovviamente. Non è facile, lo sappiamo tutti. Ma Parma si merita un ultimo – vero – sforzo prima di sprofondare definitivamente. Lo meritano Parma squadra, Parma città e Parma tifosi. Lo merita, poi, il nostro calcio, che da troppo tempo è soggetto all’operato di gente che pensa più alle fortune personali che a quelle del collettivo. Ripetiamo: non è facile, ma spes ultima dea: e la spes è quella che Manenti sta provando a dare al Parma, un club che ora come ora ha bisogno di forza e fiducia. Come mai, prima d’ora.