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Sudamericano Sub-20: dall’inferno al paradiso, la storia di Ángel Correa

Questo Sudamericano Sub-20 2015 ha messo in luce molti talenti interessanti. Nel prossimo articolo vi presenteremo quelli che secondo noi hanno fatto vedere le cose migliori durante l’arco di tutta la competizione, ma prima ci sembra doveroso fare un’eccezione raccontandovi una storia a lieto fine.

Impossibile quindi non partire da Ángel Correa, nato nel 1995 a Rosario e protagonista del racconto odierno oltre che del Sub-20 vinto dall’Argentina due giorni fa in Uruguay. Dopo aver deliziato con le sue giocate i tifosi del San Lorenzo, Correa viene acquistato nell’estate del 2014 dall’Atletico Madrid. Sembra l’inizio di una brillante carriera in una delle squadre migliori d’Europa per il giovane Ángel, ma a luglio arriva una terribile notizia inaspettata: al giovane calciatore viene diagnosticato un tumore al cuore che gli impedisce anche di giocare la finale della Copa Libertadores con il suo San Lorenzo.

Correa si cura a New York e torna ad allenarsi solo a dicembre; mese in cui la luce ricomincia a vedersi negli occhi del giovane talento, che firma ufficialmente il suo contratto quadriennale dopo mille vicissitudini. Sembra però improbabile che l’Atlético Madrid lo lasci partire per andare a giocare con l’Argentina e infatti i dirigenti della squadra madrilena vogliono tenere sotto controllo il loro giocatore. Grondona, allenatore della Sub-20 albiceleste, parla però con Simeone e insieme decidono che per il giocatore può essere il modo giusto per riassaporare il calcio giocato.

E hanno ragione, cosa che spesso ha avuto il Cholo nella sua carriera da allenatore: Correa gioca un torneo da assoluto protagonista, fatto di gol, assist e intuizioni geniali soprattuto per Simeone (che infatti chiuderà capocannoniere con nove gol grazie anche al compagno). Il tutto con al braccio la fascia di capitano consegnatali da Grondona, che non ha mai smesso di credere in lui e ne ha parlato così una volta vinto il titolo: “Correa è stato un miracolo, è venuto a salutarmi sei mesi fa a Valencia in occasione del Torneo Alcudia e in quel momento era assolutamente impensabile che potesse giocare. Quando sono stato a trovarlo a Madrid stava meglio, i dirigenti dell’Atletico non volevano farlo partire ma fortunatamente il Cholo ha pensato che fosse giusto farlo giocare con noi. Ángel è un fenomeno, può fare la differenza in qualsiasi squadra”.

Nella notte di Montevideo è stato proprio Correa a segnare la stupenda rete del 2-1 all’Uruguay che ha consegnato all’Argentina il trofeo, sollevato pochi minuti dopo al cielo proprio dall’ex giocatore del San Lorenzo.