Home » MondoPallone Racconta… Alfabeto del calcio internazionale 2014

Ogni anno che termina, come sempre, lascia dietro di sé una scia di fatti e protagonisti. Il 2014 è stato denso di avvenimenti importanti: dal tris tricolore juventino allo sciagurato Mondiale dell’Italia, dalla “decima” del Real alla scomparsa di tante stelle. Ecco a voi l’alfabeto del calcio internazionale 2014.

A come ANCELOTTI

Il tecnico di Reggiolo entra definitivamente nel cuore della tifoseria madridista guidando il Real alla decima salita sul tetto d’Europa. Una competizione, la Coppa dei Campioni/Champions League, molto cara a “Carletto”: vinta due volte da giocatore (1989 e 1990) e tre da allenatore (2003 e 2007 con il Milan, 2014 con il Real Madrid). Da segnalare il fantastico poker conquistato nel 2014: Champions League, Mondiale per Club, Supercoppa Europea e Coppa del Re.

B come BALOTELLI

Come dire… sempre lui. Messo al centro dell’attacco azzurro da Prandelli, bacchettato ma difeso dal C.T. in tante occasioni, ha bucato clamorosamente il Mondiale, nonostante il gol-vittoria all’esordio con l’Inghilterra. Mario, all’intervallo della gara decisiva contro l’Uruguay, è stato lasciato negli spogliatoi. Gli è stata rimproverata una fastidiosa svogliatezza. Dopo il flop, sono volate parole dure su di lui. Sta cercando di rilanciarsi al Liverpool, ma sarà dura.

C come CONTE

Il tecnico leccese entra nella storia guidando la Juventus al terzo tricolore consecutivo. Poi, a nuova stagione appena iniziata, lascia clamorosamente Torino, per motivi tecnici. La Nazionale italiana, reduce dal flop brasiliano e dall’addio di Prandelli e Abete, lo corteggia. Il nuovo presidente Tavecchio lo convince ad accettare la guida azzurra, grazie ad un pesante e ricco contratto sponsorizzato Puma. Conte diventa così il primo selezionatore meridionale della storia.

D come DECIMA

Il Real Madrid corona quella che era diventata quasi un’ossessione: la conquista della sua decima Champions League. Le “merengues” incrementano la leadership quale club più vittorioso nella competizione. I precedenti successi erano arrivati nel quinquennio 1956-1960, e poi nel 1966, 1998, 2000 e 2002. Il 24 maggio, a Lisbona, finale tutta spagnola nella stracittadina con l’Atlético. La rete di Godín sembra decisiva, ma al 93° Sergio Ramos pareggia. Bale, Marcelo e Cristiano Ronaldo chiudono i conti.

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E come EPOCALE

La Goal-line Technology, o Tecnologia di Porta, è stata ufficialmente adottata dalla FIFA anche per la Coppa del Mondo in Brasile. Una svolta epocale, che ha finalmente ricevuto il lasciapassare definitivo dopo diversi test internazionali. Gli interessi sportivi ed economici in gioco, oltre a quelli di immagine, hanno fatto sì che la tecnologia risolva casi di gol fantasma in tempo reale. Il problema, non da poco, resta quello del costo esorbitante per la sua diffusione.

F come FINE

L’aura di invincibilità della Nazionale spagnola, giunta ai Mondiali brasiliani da campione iridata ed europea in carica, svanisce nel modo più inaspettato. All’esordio di Salvador de Bahia, nella riedizione della finale contro l’Olanda, va in vantaggio con un rigore di Xabi Alonso. Van Persie porta le squadre sull’1-1 all’intervallo. Ma nella ripresa… gli uomini di Van Gaal dilagano, infilando la difesa spagnola in modo quasi imbarazzante. La sconfitta per 5-1 è clamorosa e segna la fine dell’era d’oro delle “Furie Rosse”.

G come GÖTZE

Chi da bambino non ha mai sognato, almeno una volta, di segnare il gol decisivo nella finale della Coppa del Mondo? Mario Götze, talento del Bayern Monaco e della Germania, partecipa in modo marginale alla cavalcata tedesca verso la finalissima. Contro l’Argentina entra all’88° al posto di Klose e, al minuto 113, indovina la giocata della vita calciando a rete alle spalle di Romero. E diventa leggenda. Quando si dice: “Trovarsi nel posto giusto al momento giusto”.

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H come HIGUAÍN

Essere ad un passo dalla gloria sportiva e non riuscire a cogliere l’attimo fuggente: è ciò che succede a Gonzalo Higuaín, attaccante dell’Argentina, al minuto 21 della finale mondiale contro la Germania. Un imprudente colpo di testa all’indietro di Kroos lo libera da solo davanti a Neuer. Un’occasione unica. “El Pipita” calcia in diagonale di destro, con un pizzico di fretta. Avrebbe potuto fare ancora qualche passo, ma la decisione di sparare a rete una palla così importante lo vince. Sfera sul fondo.

I come INFINITO

Ryan Giggs, icona del Manchester United e dell’intero calcio britannico, dice basta il 19 maggio. A 40 anni compiuti, dopo quasi 24 di carriera e 963 partite ufficiali nei “Red Devils”, si ritira il più decisivo ed importante giocatore della Premier League dalla sua rifondazione. E’ l’uomo dei mille record di presenze e di longevità, nonché dalla bacheca sconfinata. Unico cruccio, quello di non essere mai riuscito a disputare una competizione con il suo Galles.

J come JAMES

Il talento colombiano si è rivelato a tutto il pianeta grazie ad una scintillante Coppa del Mondo, fatta di giocate decisive e soprattutto di reti. Ben 6, che gli hanno consentito di laurearsi capocannoniere del torneo in modo meritato. Ha trascinato i “Cafeteros” con una naturalezza quasi sfacciata, lasciando parlare il sinistro. Il suo volto pulito e ancora giovanissimo, unito alle lacrime per l’eliminazione contro il Brasile, ne hanno fatto un personaggio da copertina. Anzi, da Real Madrid.

K come KLOSE

Il bomber tedesco di origine polacca ha coronato il suo inseguimento al brasiliano Ronaldo, diventando il più prolifico giocatore della fase finale iridata. Dopo le 5 reti nel 2002, nel 2006 e le 4 nel 2010, ha eguagliato il “Fenomeno” contro il Ghana. Poi, contribuendo all’incredibile 7-1 in semifinale sui padroni di casa, si è issato solitario in vetta con 16 centri. Una vetta impreziosita dalla Coppa del Mondo conquistata, poche settimane dopo aver tolto a Gerd Müller anche il primato tedesco (ora 71).

L come LEO

Forse, probabilmente, ha perso l’occasione di avvicinarsi una volta per tutte alla leggenda di Maradona. Ovvero, colui che vinse in Messico la Coppa del Mondo e guidò a suon di prodezze una squadra buona ma non eccezionale. Mancava solo l’ultimo tassello, ma non uno qualsiasi: quello più importante. Chi se ne frega del Pallone d’Oro del Mondiale come miglior giocatore… il trofeo non l’hanno sollevato le sue mani, ma quelle di Lahm. Ci ha provato, da fuoriclasse. Ma non poteva fare di più.

M come MINEIRAZO

Una squadra sostenuta incessantemente da un popolo meraviglioso, gioioso e colorato. Nonostante le giuste proteste fuori dagli stadi per gli altissimi costi dell’organizzazione iridata. Un Brasile mediocre, con due soli campionissimi in Thiago Silva e Neymar, che avevano retto la baracca. In semifinale, contro la Germania, sono dovuti mancare entrambi. E i tedeschi non hanno avuto pietà. Un 7-1 che ha fatto impallidire anche il Maracanazo 1950. Una disfatta incredibile.

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N come NADINE

Nadine Angerer, leggendario numero 1 della Nazionale femminile tedesca, è diventata la prima donna portiere capace di conquistare il Pallone d’Oro FIFA. A 35 anni compiuti, è diventata inoltre la vincitrice più anziana. Ha battuto la statunitense Abby Wambach e la brasiliana Marta. Per la Angerer, due volte iridata e cinque volte campionessa continentale con la rappresentativa, il giusto coronamento di una grande carriera.

O come ØDEGAARD

Martin Ødegaard è un giovanissimo centrocampista norvegese, in forza allo Strømsgodset. Le sue doti calcistiche sono già talmente evidenti che, all’incredibile età di 15 anni e 118 giorni, ha debuttato nel massimo campionato, precisamente il 13 aprile. Record. Il fatto clamoroso arriva ad agosto quando, per un’amichevole contro gli Emirati Arabi Uniti, debutta nella Nazionale maggiore. La gara contro la Bulgaria ad ottobre lo ha reso il più giovane giocatore della storia degli Europei. Se son rose…

P come PRANDELLI

Non è stato un anno facile, per Cesare Prandelli. L’ormai ex C.T. azzurro ha guidato l’Italia al Mondiale 2014, in una vigilia caratterizzata anche dalle trattative per il rinnovo, poi arrivato. Ma in Brasile è girato tutto storto, non ultimo il “tradimento” di Mario Balotelli contro l’Uruguay. Proprio lui, che era stato promosso a leader offensivo da Prandelli contro tutto e tutti (o quasi). Le dimissioni a caldo nel dopo gara e poi il rapidissimo contratto con il Galatasaray, esperienza peraltro già finita. Auguri.

Q come QUATTRO

Il quarto titolo mondiale della Germania ha il sapore della vittoria che non ammette repliche. Una squadra tosta, quadrata, disciplinata e tremendamente efficace. Nonostante qualche piccola crepa in difesa, puntualmente sanata da un meraviglioso Manuel Neuer, il miglior portiere in circolazione. Se negli altri titoli del passato vi erano stati alcuni solisti eccezionali, stavolta ha trionfato maggiormente il collettivo sebbene con un alto livello di qualità individuale. Orchestra diretta alla grande da Löw.

R come RONALDO

Il campionissimo portoghese del Real Madrid ha disseminato il suo anno di reti, sempre e ovunque. D’altronde, quando si è abituati a viaggiare ad una media superiore ad un gol a partita, con Cristiano Ronaldo è ormai…prassi. Ha trascinato i “blancos” alla decima Champions con 17 reti in 11 partite. Mostruoso. Narciso. Sfacciato. Ma terribilmente forte. Superiore in questo momento anche a Messi. Peccato per il deludente mondiale in Brasile, rovinato da un infortunio.

S come SPRAY

L’ultimo escamotage della FIFA, a metà tra oggetto utile e trovata spettacolare, è la bomboletta spray utilizzata dai direttori di gara per delimitare in maniera chiara le distanze della barriera sui calci di punizione. Oppure per segnalare la corretta posizione della sfera per un calcio da fermo. La schiuma bianca spruzzata sul terreno di gioco dagli arbitri è una miscela di acqua, butano, isobutano e propano, che resta visibile per almeno un minuto e poi svanisce senza lasciare residui.

Brazil v Croatia: Group A - 2014 FIFA World Cup Brazil

 

 

 

 

 

 

 

 

T come TAVECCHIO

Presidente della Lega Nazionale Dilettanti negli ultimi tre lustri, Carlo Tavecchio si è candidato insieme a Demetrio Albertini alla successione del dimissionario Abete alla guida della F.I.G.C., battendo poi il rivale. Tra feroci polemiche, vista la sua infelice gaffe passata alla storia (Optì Pobà) che ne ha causato una squalifica internazionale. Gli va però dato merito di essere riuscito a convincere Conte ad accettare la panchina azzurra, coinvolgendo astutamente lo sponsor Puma.

U come ULTIMO SALUTO

Il 2014 ha portato la scomparsa di grandi stelle del passato: su tutti Alfredo Di Stéfano ed Eusébio. Ma anche Hideraldo Luíz Bellini (capitano del Brasile iridato 1958), Gyula Grosics (portiere della Grande Ungheria anni ’50) e Andriy Husin (capitano dell’Ucraina ai Mondiali 2006). Da segnalare anche Vujadin Boškov (che guidò la Sampdoria ai trionfi dell’era Mantovani) e Luís Aragonés (considerato l’iniziatore dell’epopea spagnola ad Euro 2008).

V come VILANOVA

Il fido secondo di Pep Guardiola sulla panchina del Barcellona a marchio Tiki Taka, diventato poi sostituto del collega, è stato stroncato dal tumore ad una ghiandola parotide con cui combatteva dal 2011. Tito Vilanova, seppur per troppo poco tempo, è entrato nella storia blaugrana. Tanti tifosi, ma anche semplici appassionati ed addetti ai lavori di tutto il mondo, hanno fatto un sincero tifo per questo sfortunato uomo di sport. R.I.P.

Z come ZUÑIGA

Nei giorni caldi del Mondiale, con i verdeoro impegnati a riportare la Coppa dei sogni a Rio, un uomo è diventato suo malgrado il nemico numero uno del popolo brasiliano: Juan Camilo Zúñiga. Il giocatore colombiano, durante il quarto di finale, ha estromesso la stella Neymar con una terribile ginocchiata da dietro. La frattura della terza vertebra lombare non solo ha escluso Neymar dal rush finale iridato, ma avrebbe potuto avere gravissime conseguenze. Per il colombiano, invece, neanche un giallo.