Mondo A-League, 5/a puntata: la coppa di tutti gli australiani (e della Juventus)
Chi l’ha detto che nel calcio le cose non si possono cambiare? Certo non gli australiani, che negli ultimi 20 anni si sono cimentati nella non facile impresa di ristrutturare questo sport e rilanciarlo su scala nazionale, in uno dei paesi più grandi (e meno calciocentrici) del mondo.
Per farlo e per coinvolgere un numero di persone e comunità più alto possibile, il calcio ha dovuto abbandonare la sua tradizionale veste di sport per immigrati, diventando australiano a tutti gli effetti. Come abbiamo visto la settimana scorsa, certe iniziative come la fondazione dei Western Sydney Wanderers – ora un successo sul piano sia dei numeri che dei risultati – possono fondere la modernità della A-League all’antico calcio di una volta, a quei club impegnati nei campionati statali e a tutti gli effetti eredi del calcio che non c’è più, delle piccole cittadine come dei club di quartiere.
Per riscoprire il sapore di quel football e bagnarlo nella modernità, cosa c’è di meglio di una bella coppa nazionale? Ci lamentiamo sempre della nostra Coppa Italia, così poco coppa e così tanto coppetta da prendere sul serio solo alla fine, ed ecco che dall’altra parte del mondo danno inizio nel 2014 a una nuova tradizione. A una competizione, naturalmente, studiata sul modello della FA CUP inglese e scozzese, o magari della Coupe de France: apertura ai club semi professionisti e anche amatoriali, tra turni preliminari e fasi finali con la partecipazione dei professionisti della A-League. Gli australiani hanno così fondato la Football Federation Australia Cup, il cui acronimo FFA Cup fa così tanto Inghilterra ed Europa.
Per la prima annata sperimentale, hanno avuto anche l’idea di studiare un sorteggio che mandasse almeno un club delle serie minori in semifinale, anche se l’impresa dell’anno l’ha computa l’Adelaide City, squadra della National Premier Leagues South Australia, in passato membro della NSL per 27 anni. Guardatene il simbolo e sì, lo conosciamo bene: si chiamava Juventus.
Si chiamava così perché fondata nel 1946 da immigrati italiani. Si è chiamata Adelaide Juventus sino al 1977, in rappresentanza dell’italianità dei fondatori e della comunità che gravitava attorno al club. Richiama alla società bianconera ancora oggi nel simbolo, portato sulla maglia il giorno dell’impresa sui Western Sydney Wanderers (futuri campioni d’Asia): un 1-0 nei trentaduesimi, davanti ai 2.500 del Marden Sports Complex, per un vero shock di coppa. Vero che ai Wanderers, allora concentrati nel precampionato e nella preparazione delle fasi decisive della AFC Champions League, il ko è stato meno indigesto del previsto, ma il colpaccio ha rimesso sulla mappa geografica del calcio che conta una società storica e che non nasconde le proprie origini.
Altri nomi piccoli ma importanti si possono ammirare scorrendo il tabellone della FFA Cup di quest’anno, che ha visto nei quarti i Bentleigh Greens battere la stessa ex Juventus, per poi cedere in semifinale al lanciatissimo Perth Glory. Che è in testa alla classifica e vuole la FFA Cup, ormai distante una partita, contro l’Adelaide United: si giocherà domenica 16 dicembre al Coopers Stadium, in attesa di far coincidere – dall’anno prossimo, causa Coppa D’Asia quest’anno – l’atto decisivo della coppa di tutti gli australiani con la loro festa (l’Australia Day, il 26 gennaio).
Sguardo al campionato, abbiamo detto del momento magico dei Perth Glory, che forse faticano a livello di affluenze ma non nel fare risultati: gli attuali finalisti della coppa nazionale sono andati a espugnare il campo dei Central Coast Mariners grazie al secco 0-1 firmato Nebojsa Marinkovic, e ora guardano tutti dall’alto verso il basso.
Si sono fermati Sydney FC e Melbourne Glory, rispettivamente contro Adelaide United (0-0) e Newcastle Jets (2-2, Berisha ancora in gol), mentre non conosce fine la crisi (agonia?) delle protagoniste dell’ultima Grand Final: Brisbane ha perso in casa (1-3 dal Melbourne City), mentre una versione rimaneggiata dei Wanderers ha ceduto in Nuova Zelanda.
Se il calendario non ha aiutato i rossoneri (sfortunati nel trovare la trasferta in Nuova Zelanda all’immediato ritorto dalla finale di Champions League in Arabia Saudita), minori sembrano le attenuanti dei Brisbane Roar, sconfitti da un Melbourne City che per vincere ha di fatto aspettato l’addio di David Villa: il gruppo che prevale sul singolo.
FFA Cup – Semifinali
Bentleigh Greens-Perth Glory 0-3
Adelaide United-Central Coast Mariners 3-2
Finale – Domenica 16 dicembre
Adelaide United-Perth Glory
Hyundai A-League – 5/a giornata
Wellington Phoenix-Western Sydney Wanderers 1-0
Adelaide United-Sydney FC 0-0
Newcastle Jets-Melbourne Victory 2-2
Brisbane Roar-Melbourne City 1-3
Central Coast Mariners-Perth Glory 0-1
CLASSIFICA: Perth 12, Melbourne Victory, Sydney FC, Adelaide United 11, Wellington 9, Melbourne City 5, Central Coast Mariners 3, Newcastle 2, Western Sydney, Brisbane 0.
N.B.: Mariners e Roar 1 partita in meno; Wanderers 2 partite in meno.