Home » Giallo Mondiale presenta… 2002: Byron Moreno, fischi e spettacolo

Anno 2002, primo Mondiale asiatico. Si gioca in Giappone e Corea del Sud e anche questa è una novità: finora rimane l’unico caso di una fase finale iridata organizzata da due Paesi contemporaneamente. La Nazionale italiana, zoppicando un po’, alla fine supera il primo turno e accede agli ottavi. Qui è attesa dai co-padroni di casa coreani: sulla carta non sembra un impegno proibitivo, ma… compare sulla scena un personaggio che lascerà il segno, purtroppo per noi.

DATA: 18 giugno 2002

LUOGO: Daejeon (Corea del Sud), Daejeon World Cup Stadium

EVENTO: Campionato del Mondo, ottavi di finale

PROLOGO

L’Italia, guidata da Giovanni Trapattoni, si qualificò con merito per la rassegna iridata, vincendo il gruppo 8 europeo, davanti a Romania, Georgia, Ungheria e Lituania. Anche il periodo delle amichevoli precedente alla fase finale generò un moderato ottimismo per l’avventura orientale, grazie a due vittorie (Inghilterra e Stati Uniti) e due pareggi (Giappone e Uruguay): ma anche la sconfitta – bruttina – contro la Repubblica Ceca nell’ultima gara prima della partenza per l’Asia. Il Trap si attestava sul 4-4-2. La retroguardia era di grande livello: Buffon tra i pali, Panucci e capitan Maldini sulle fasce, Cannavaro e Nesta al centro. In mezzo i nomi nuovi di Tommasi e Zanetti, con Doni spinto da un maiuscolo campionato con l’Atalanta come fattore sorpresa. L’attacco era tra i più attesi, visto che poteva contare su nomi del calibro di Totti, Vieri, Del Piero, Inzaghi, Montella e Delvecchio. Le buone premesse sembravano esserci tutte. L’Italia venne inserita in girone con Ecuador, Croazia e Messico. All’esordio contro i gialli sudamericani vincemmo 2-0 grazie alla doppietta di Vieri. Poi la Croazia ci sorprese in rimonta per 2-1, grazie a Olic e Rapaic che ribaltarono il vantaggio di Vieri. Da segnalare due reti annullate a Vieri e Materazzi. L’ultima gara era contro il Messico, delicatissima. Perché si mise subito male: Borgetti segnò un gran gol di testa, dopo che a Inzaghi era stato annullato un gol per fuorigioco inesistente. Il decisivo ingresso di Del Piero (che realizzò il pari all’84°) e la contemporanea vittoria dell’Ecuador sulla Croazia ci regalarono un soffertissimo passaggio agli ottavi.

I FATTI

Martedì 18 giugno 2002. A Daejeon, gli Azzurri affrontarono i padroni di casa della Corea del Sud nel primo incontro a eliminazione diretta. Già dopo 5 minuti tutto sembrava mettersi in salita: Panucci atterrava Seol e l’arbitro, l’ecuadoriano Byron Moreno, sanzionava il rigore che Ahn si faceva parare da uno strepitoso Buffon. Ma per fortuna al 18° andammo in vantaggio con Vieri, che su angolo di Totti incornava il suo quarto gol in altrettante partite. Era un gol storico, che permetteva all’attaccante di raggiungere Rossi e Baggio a quota 9 gol iridati, un record. A questo punto, con un atteggiamento tattico deprecabile, l’Italia si chiuse aspettando quasi il 90°. I sudcoreani, veloci ma in generale modesti, furono galvanizzati dall’incessante sostegno del pubblico. E così, all’88° Seol, sfruttando l’errore di Panucci e Iuliano, infilò Buffon. Lo spettro della finale di Euro 2000 si materializzava a Daejeon. Vieri ebbe il match-ball poco dopo, ma stanco e poco lucido, calciò alle stelle da pochi passi. Si andò ai tempi supplementari. E fu in quel momento che si erse a protagonista Moreno: al 104° Totti venne atterrato in area, il fischietto ecuadoregno decise che era simulazione e lo ammonì per la seconda volta. Italia in 10. Nonostante gli eventi e la maratona agonistica, l’Italia cercò di tenersi in piedi e Tommasi realizzò il nuovo vantaggio. Ma il punto del romanista, regolarissimo, fu annullato. L’agonia ebbe il suo epilogo al 117°, quando Ahn segnò incornando un cross che Maldini non riuscì ad arginare. Golden gol, delirio sudcoreano e beffa atroce per gli Azzurri. Alla luce dei fatti il Kowoc, il comitato organizzatore coreano, fece scortare l’arbitro fuori dallo stadio da 20 poliziotti. La squadra azzurra, aldilà dei suoi demeriti, lasciò l’Asia tra mille polemiche, alla luce di ben 5 reti non convalidate nel corso del torneo. Un Mondiale terrificante dal punto di vista arbitrale, visto che furono danneggiate diverse altre squadre con decisioni quantomeno discutibili.

Moreno attaccato da Di Livio e Vieri
Moreno attaccato da Di Livio e Vieri

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

EPILOGO

Byron Aldemar Moreno Ruales, fischietto ecuadoriano di appena 32 anni, arrivò ad arbitrare al Mondiale dopo una carriera rapidissima. La sua direzione di gara di Corea del Sud-Italia, unita ad atteggiamenti e mimica provocatori, ne hanno fatto un personaggio estremamente discusso. Uscì dalla Coppa del Mondo con le ossa rotte, alimentando sospetti di corruzione e una “cospirazione” ai danni dell’Italia per far andare avanti nel torneo la squadra di casa. Divenne, suo malgrado, un personaggio da macchietta, rilasciando numerose interviste e collezionando comparsate televisive soprattutto in Italia, dove si espoSe al pubblico ludibrio, ben pagato. La sua carriera arbitrale precipitò in picchiata, con l’allontanamento dalla FIFA e anche dalla federazione del suo Paese, dopo un controverso arbitraggio di Liga Universitaria-Barcelona. Concedette 13 minuti di recupero dopo averne segnalato 6 al 90°, e permise ai padroni di casa di ribaltare il risultato. Squalificato per 20 gare, poi inciampò nuovamente in alcune figuracce e decise di ritirarsi nel 2003. Nel settembre 2010 venne arrestato all’Aeroporto JFK di New York, perché trovato in possesso di 6 kg di eroina nelle mutande. Dopo 26 mesi di carcere, ritornò in patria, dove vive tuttora. Byron Moreno: uno dei peggiori arbitri nella storia della Coppa del Mondo.

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Macchietta in uno show televisivo Rai

Leggi anche le precedenti puntate di “Giallo Mondiale”:
1 1962: la Battaglia di Santiago;
2 Il male oscuro di Ronaldo;
3 Marmelada Peruana;
4 La Germania e il morbo misterioso;
5 Il Messico amaro di Lodetti;
6 La pazza idea di Jules Rimet.