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Non sarà bello ma è equilibrato, si  diceva fino a poco tempo fa. Poi ci ha pensato la Juventus, nello scontro diretto torinese con la Roma, a mettere le cose in chiaro, scavando il solco che nessuno spettatore neutrale si sarebbe augurato.

Figurarsi i romanisti, che in cima ci s’erano trovati un po’ per la pigrizia del Napoli, un po’ per le virtù della gestione Garcia. Ma la distanza tra i bianconeri e tutte le altre è lì, ha una voce che racconta di 8 punti sulla seconda e 10 sulla terza.

Niente a che vedere con la pazza ed equilibrata Premier League di quest’anno, o con la solitamente liquidata come sbilanciata Liga spagnola: Atlético e Barcellona hanno solo solo 3 punti di vantaggio sul Real. Che significa una vittoria di margine, 3 squadre nel giro di 3 punti.

In Germania, patria di un Bayern campione di tutto e rullo compressore anche in Champions League, la capolista ha 7 lunghezze sulla seconda (il Bayer Leverkusen), che non sono poche ma sono sempre meno di quelle che separano Juventus e Roma, anche se i bavaresi abbiano una gara da recuperare.

Questo per dare un’idea del panorama europeo e generale, per mappare le varie lotte al vertice, per certificare che forse abbiamo perso anche il primato dell’equilibrio. Non che sia colpa, sia chiaro, della Juventus, la cui organizzazione e il cui organico sono davvero troppo sofisticati per quanto il campionato potrebbe offrire, anche perché parliamo del terzo anno del ciclo di Antonio Conte, balbettante in Europa ma micidiale entro i confini italiani.

E però verrebbe da invocare gli dei del calcio, dir loro di darci un campionato, soddisfare questa sete di lotta al vertice che tutti i tornei dovrebbero avere, perché non sia per forza sempre la passerella della perfetta Juve di Conte.

Non che ci auguriamo, da osservatori e timidi addetti ai lavori quali siamo, questo piuttosto che quest’altro vincitore: tutti sono uguali purché la Serie A qualcosa ce la dica.

In attesa che Garcia e Benitez, negli anni, costruiscano il loro ciclo. Che possa anche solo pensare a rincorrere la capolista sul suo terreno preferito, attualmente: quello dei record, delle vittorie, di uno scudetto che probabilmente rimarrà cucito nelle stesse maglie per il terzo anno di fila.

La sensazione è che questa Juve non crolli più, ma questo sabato è già tempo di nuovi esami: alle 20:45 c’è la Sampdoria ed è interessante. A patto che la Roma abbia fatto il suo dovere nelle ore precedenti.

Vietato sbagliare, dateci un campionato.