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La cocente delusione dopo l’uscita dalla Champions League di Juventus e Napoli potrebbe trasformarsi in un avvenimento positivo per il calcio italiano. Dopo anni di figuracce rimediate in tutto il mondo, comprese sconfitte contro squadre talmente forti e blasonate per cui la maggior parte di noi nemmeno ricorda il nome, forse è arrivato il momento di cambiare registro. Cambiarlo adesso o essere costretti a modificarlo in futuro per non raschiare il fondo dopo averlo toccato: perché il Milan, a meno di miracoli in puro stile rossonero, non andrà molto avanti in Champions League. Il sorteggio è stato negativo, l’Atletico Madrid è forse una delle squadre più in forma del campionato, e se è vero che in 180 minuti può succedere di tutto, adesso i ragazzi di Simeone schiaccerebbero quelli di Allegri. A febbraio forse no, e questo ce lo auguriamo, ma il messaggio che vogliamo lanciare oggi ai dirigenti, allenatori e giocatori delle quattro italiane impegnate in Europa League è uno solo.

Basta snobbarla.

Innanzitutto perché si tratta comunque di una competizione europea, seppur di prestigio minore rispetto alla Champions League, e vincerla da un blasone notevole: inoltre dal 2015, la vincitrice della suddetta competizione riceverà un pass direttamente per l’ex Coppa dei Campioni, garantendole quindi tutti gli introiti del caso. Per la prima volta dopo molti anni, inoltre, la finale della campetizione sarà in Italia, più precisamente a Torino. Un’occasione importante per la Juventus, perché vincere un trofeo continentale davanti ai propri tifosi e nel proprio stadio non capita tutti i giorni: anzi, diciamo pure che a Conte e a molti componenti della rosa bianconera non è mai successo. Tuttavia la location italiana è un’occasione ghiotta anche per le altre italiane, in particolare Napoli e Fiorentina, entrambe con una rosa adatta per arrivare in fondo: e dall’altro lato della medaglia, pensate un po’ che smacco sarebbe vincere l’Europa League in casa degli odiatissimi juventini, vista l’acerrima rivalità presente con entrambe le squadre. La Lazio, al contrario, deve sicuramente ritrovarsi dopo la passata stagione: non avere l’assillo di fare il risultato in campionato, però, potrebbe essere un vantaggio per la squadra di Petkovic, anche se non credo abbia i mezzi necessari per poter essere ancora dentro nei momenti che contano.

Non simpatizzando per nessuna di queste squadre, però, mi auguro che dopo anni e anni di buio si possa finalmente vedere un tabellone finale pieno di squadre italiane. Come nel 2003 magari, quando le italiane si presero tre spazi su quattro nelle semifinali di Champions League, riuscendo tra l’altro a centrare la finale sia con il Milan che con la Juventus. Probabilmente sarà impossibile replicare quel risultato perché bianconeri e viola, nel caso dovessero entrambe passare i sedicesimi di finale, si scontrerebbero agli ottavi; un peccato perché questa sfida avrebbe meritato di essere una semifinale o, perché no, anche una finale. L’importante è che, da adesso in poi, si giochi l’Europa League con i migliori disponibili in campo, per evitare di fare figure di “mazzarriana” memoria (passatemi il neologismo) o stile Udinese, con tutto il rispetto per Guidolin e la sua squadra.

La musica della Champions è tutt’altra cosa, ma è pur sempre l’erede della Coppa Uefa: non snobbiamola, perché anche Esbjerg e Trabzonspor nascondono delle insidie.