Zona NBA #2 – Power Ranking: Eastern Conference
La preseason NBA è già cominciata da una settimana, ma non fatevi ingannare: chi conosce bene il basket americano sa che queste partite non hanno alcuna importanza, per molti motivi. Innanzitutto i giocatori si conoscono da poco e muovono i primi passi insieme sul parquet, la preparazione fisica è all’inizio e i carichi di lavoro altissimi: la stagione vera e propria sarà molto lunga, con 82 partite da affrontare più i playoff. Storicamente, inoltre, i grandi giocatori si risparmiano per l’inizio della stagione, e così a lottare per davvero sotto le plance sono quei giocatori che ancora non hanno spazio garantito nel roster; tutto questo, però, per noi appassionati è solo garbage time, spazzatura. Ciò che è molto più importante, invece, è il classico Power Ranking, la classifica ai nastri di partenza. Abbiamo analizzato per voi tutte e quindici le squadre della Eastern Conference, elencandole in ordine decrescente di talento (sulla carta): la risposta ce la darà il campo, da novembre in avanti.
15 – PHILADELPHIA SIXERS – al Draft si sono regalati Noel, il talento uscente da Kentucky che però rimarrà ai box sino a Natale. In estate, invece, hanno perso la propria stella, quel Jrue Holiday che a quei livelli faceva la differenza per davvero: sfrutteranno questa stagione per dare lustro ai propri talenti, con la consapevolezza che il futuro dipenderà molto dai prossimi due draft.
14 – ORLANDO MAGIC – vedi sopra, con la differenza che forse il talento a disposizione è ancora minore rispetto ai 76ers. Avranno bisogno sin dalle prime battute di un Oladipo convincente, nella speranza che anche Harkless elevi la qualità del proprio gioco: un paio di veterani discreti come Nelson e Davis, però, non basteranno per evitare una stagione deludente.
13 – TORONTO RAPTORS – Rudy Gay ha intenzione di tornare ai livelli da All-Star Game, e questo probabilmente minerà il gioco di Casey. Considerando che l’altro gioiello della squadra, Demar DeRozan, non è propriamente un passatore di alto livello, si prospetta una stagione all’insegna dell’individualità in quel di Toronto: c’è però un talento da tutelare, quel Valanciunas che sembra aver compiuto uno step importante in questa estate, soprattutto in difesa.
12 – BOSTON CELTICS – dispiace quasi mettere i Celtici in questa posizione, ma l’anno zero dei biancoverdi è proprio questo. Rajon Rondo non sarà disponibile sin dall’inizio, per il resto vi sono tanti giovani emergenti e qualche giocatore su cui fare affidamento sin da subito (Green e Bass): se a tutto questo aggiungiamo un allenatore esordiente (ma di valore), il risultato finale non può che essere lottery. Boston è sempre Boston, però, e siamo sicuri che sarà soltanto un anno di transizione verso nuovi successi e nuovi anelli.
11 – CHARLOTTE BOBCATS – le qualità non mancano, però… sono i Bobcats. Difficile dire che armonia si creerà nello spogliatoio, in assenza di veterani in grado di trascinare alla vittoria i giovani che hanno a roster. Ottima l’acquisizione di Jefferson che, con le dovute precauzioni, dovrebbe permettere a Biyombo di crescere nella metà campo offensiva: Walker è chiamato a guidare la squadra, coadiuvato da Kidd-Gilchrist. In ogni caso è finalmente una squadra da seguire, nel bene e nel male.
10 – ATLANTA HAWKS – tonnellaggio da vendere in Georgia, sotto le plance saranno una squadra veramente tosta da affrontare. La musica cambia, però, quando si guarda il “rovescio offensivo” della medaglia: Millsap è una nuova acquisizione, ma in attacco non ha mai fatto della costanza il suo marchio di fabbrica, così come Horford. Inoltre Teague non sembra avere nelle corde quella forza per ribaltare le sorti di una squadra: lotteranno sino alla fine per un posto ai playoff, però, questo è sicuro.
9 – MILWAUKEE BUCKS – l’outsider numero uno della Eastern Conference per quanto riguarda l’ingresso ai playoff. Equilibrati in tutti i ruoli, potrebbero avere il giusto mix tra esperienza e classe per diventare una mina vagante: molto dipenderà da Knight, ma il supporting cast è di quelli extra-lusso per una squadra che non ambisce ai piani alti. Da seguire la crescita di Sanders, un giocatore in grado già adesso di spostare gli equilibri in difesa, così come la stagione da matricola di Antetokounmpo.
8 – DETROIT PISTONS – i bei tempi di Billups e Wallace sono passati, ma in Michigan possono consolarsi con Jennings e Smith, i due free agent di lusso acquistati da Joe Dumars. Proprio Josh Smith sarà l’ago della bilancia, dato che può giocare sia ala piccola che forte: in cuor nostro speriamo che possa fare molti minuti da quattro, facendo spazio magari al nostro Datome. I tempi bui potrebbero essere ormai alle spalle…
7 – WASHINGTON WIZARDS – Una squadra lunga, con spessore di gioco ma anche esperienza sotto canestro: Wall è chiamato a diventare ancora più trascinatore di questa squadra, affiancato da Beal in un backcourt assolutamente da seguire. Porter avrà la tranquillità di crescere alle spalle di Ariza, mentre Nenè e Okafor avranno il compito di difendere il canestro, spalleggiati da Booker e Seraphin: è l’anno giusto per tornare a sognare i playoff nella capitale.
6 – CLEVELAND CAVALIERS – La truppa guidata da Irving fa sul serio: Bennett non è esattamente il prototipo della prima scelta assoluta, ma può dare il suo contributo nel lungo periodo. Chi invece può essere utile sin da subito alla causa playoff è Bynum, ma serve che torni presto quello che aveva fatto innamorare Los Angeles in tenera età. Ottimo l’acquisto di Jack, il sesto uomo che può permettere a Waiters di stare in quintetto senza problemi: curiosità invece per Karasev, giovanissimo russo di belle speranze.
5 – CHICAGO BULLS – Rose o non Rose? Finalmente tornerà in campo, ma la sua condizione fisica è un’incognita dopo l’infortunio patito nel 2012: hanno perso Belinelli e Robinson, e questo permetterà probabilmente a Butler di giocare ancora più minuti, un bene per lui e per i Bulls. Il rendimento della vecchia guardia formata da Hinrich, Deng e Boozer dipenderà soprattutto dalle condizioni fisiche di Rose, perché la capacità di penetrare del #1 consente ai tre sopracitati di avere quel fondamentale mezzo metro di libertà in più in attacco.
4 – BROOKLYN NETS – Jason Kidd è tornato a casa, ma in veste di allenatore: avrà a disposizione un roster avanti con l’età ma dallo smisurato talento su ambo i lati del campo. Deron Williams avrà in mano le chiavi di una fuoriserie sportiva usata, ossia prestazioni formidabili ma con tanti chilometri alle spalle; Garnett aprirà il campo a Brook Lopez, mentre Johnson vedrà limitato il proprio ruolo sino a diventare uno specialista puro. Infine sarà fondamentale l’apporto della panchina, per far rifiatare i più affermati titolari (almeno in regular season), tra cui figura anche Paul Pierce.
3 – NEW YORK KNICKS – L’arrivo di Bargnani e World Peace può sconvolgere nel bene o nel male le ambizioni da titolo dei newyorkesi. Se Andrea tornerà sui livelli visti nel 2010, allora ci sarà da divertirsi sicuramente: con Anthony e Chandler forma una frontline in grado di fare qualsiasi cosa su un campo da basket. JR Smith e Shumpert avranno il compito di fornire difesa e punti nei momenti importanti: restano però forti dubbi sulle capacità di playmaking di Felton, ma c’è speranza che Prigioni e Udrih possano colmare (almeno parzialmente) le sue lacune.
2 – INDIANA PACERS – Una squadra in rampa di lancio, c’è poco da dire: George e Hibbert sono chiamati a riconfermare le grandi cose mostrate nell’ultima postseason e, a tutto questo, va aggiunto il rientro di Granger. Tante le incognite legate al suo ginocchio, ma in quanto a talento è secondo a pochi: così come quello di Scola, chiamato a dare minuti di qualità dalla panchina soprattutto in attacco, quando West siederà in panchina a riposare. In una stagione in cui Miami potrebbe giocare al risparmio, non è detto che i Pacers non possano addirittura avere il fattore casa sino alle eventuali Finals.
1 – MIAMI HEAT – Campioni in carica, Lebron James e compagni non possono non essere i favoriti numero uno sulla carta: come detto prima, però, difficilmente ingraneranno le marce alte sin dalle prime partite di regular season. Hanno dimostrato di poter vincere il Larry O’Brien Trophy anche senza il fattore campo, e avere Wade e Bosh in forma dal punto di vista fisico è molto più importante. Le aggiunte di Beasley e Oden difficilmente avranno un effetto benefico sin da subito, ma soprattutto il secondo potrebbe dare qualche minuto di qualità nel ruolo di centro, una lacuna storicamente presente nel roster di Spoelstra.
LE PUNTATE PRECEDENTI:
Zona NBA #1 – La compagnia dell’anello
Zona NBA #0 – L’antefatto e il numero zero