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Eh vabbè, concedetemelo questo titolo. Anzi, per giustificare il mio inglesismo dirò che sto citando il titolo di una nota canzone di fine anni ’90. Una canzone, e facciamo bingo, di quel gruppo dance che si chiamava “Prezioso”. Ecco, appunto: prezioso, preziosissimo era lui in casa giallorossa. E cosa accade? Che a campionato praticamente iniziato, Erik Lamela… va via. Tottenham, 35 milioni circa alla Roma, a lui un bell’ingaggione, di quelli seri, mica i “du’ spicci” che prende nella Capitale, e via: un altro grandissimo talento che fugge dalla A.

Inspiegabile.

Inspiegabile, sia chiaro, non che Lamela lasci la Roma, ma A) che lo faccia alle porte della nuova stagione, e B) considerando il tanto decantato “progetto” di cui si vantano Pallotta & Friends. Certo, in casa romanista sono arrivati ottimi giocatori quali Benatia, De Sanctis, Gervinho, Strootman. Certo, Garcia sembra un tecnico convinto dei propri mezzi e di quelli dei suoi ragazzi. Certo, la Roma tutto sommato, anche senza il Coco, ha un organico di buon livello, e l’argentino verrà rimpiazzato sul mercato da qualcuno (che, ovviamente, non sarà alla sua altezza). Però, nonostante tutte queste “certezze”, la cosa continua a non rimanere chiara. Quale caspita di progetto ambizioso potrebbe mai prevedere la cessione non di esuberi, ma di giocatori di primissimo livello? E neanche si fa riferimento a Marquinhos: i 35 milioni del Paris Saint-Germain erano, effettivamente, troppi per non consegnare loro con tanto di fiocchetto in testa un ragazzo che in fin dei conti è ancora una scommessa. Mi riferisco, e mi par ovvio, al Coco ovviamente, e a Osvaldo, che per quante colpe abbia (non si è mai integrato nell’Urbe, non ha mai avuto un ottimo rapporto con i tifosi) la Società ha preferito mandarlo via e incassare milioncini, piuttosto che provare a recuperarlo, date le sue grandi doti.

Decisioni. Scelte.

Dubbi.

Tornando a Lamela, ha dell’assurdo la sua cessione, e lo ribadisco, ha dell’assurdo a campionato iniziato. Garcia si ritrova attualmente con un attacco smantellato, e con un giocatore nuovo che presumibilmente verrà e dovrà integrarsi in corsa. Un giocatore che non dovrà essere un rincalzo ma un titolare, proprio come lo era Lamela. Lasciato andare via per pochi soldi, perché 35 milioni di euro, per uno come lui, non sono nulla: era la sua stagione questa. La stagione della definitiva consacrazione: è un 1992, se si fosse ripetuto (e si sarebbe ripetuto) la prossima estate i capitolini lo avrebbero venduto a peso d’oro. Non dico come Bale ma… beh, potremmo esserci vicini.

In sostanza, per farla breve, si può dire che le cose, dalle parti di Trigoria, non è che quadrino così tanto. Ma neanche bisogna stupirsi: Pallotta e americani al seguito, d’altronde, sono imprenditori, e da buoni imprenditori stanno comprando a poco e rivendendo a tanto. Come fa l’Udinese, per esempio, che comunque non è una grande, comunque non deve mirare altissimo. La Roma però, per la piazza e la storia che ha, grande lo è, e chi la gestisce dovrebbe sentire una forte responsabilità, un grande peso sulle spalle. Responsabilità che a quanto pare non riguarda i magnate a stelle e strisce, che parlano, assicurano, magari spendono e comprano pure, ma quando fiutano l’affare…