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WORK IN PROGRESS – L’Inter riparte da Walter Mazzarri per buttarsi alle spalle la più brutta stagione dagli anni novanta a oggi: il tecnico livornese sarà una delle pochissime certezze, dato che nemmeno dal punto di vista societario è tutto chiaro. Thohir probabilmente rileverà la maggioranza dell’Inter, e questo potrebbe dare una svolta al mercato negli ultimi giorni. Difficile stabilire un obiettivo preciso per questa squadra, ma di sicuro ad Appiano Gentile c’è tanta voglia di riscatto, magari conquistando sul campo il diritto di partecipare alla prossima Champions League. Per farlo, però, Mazzarri ha bisogno di qualche rinforzo last minute: urge un esterno di qualità, con Isla in pole position e Van der Wiel come prima alternativa, mentre al centro del campo si aspetta l’arrivo di Taider per dare maggiore lustro al reparto. Resta viva la suggestione Nainggolan, così come il ritorno di Eto’o, ma i costi legati all’operazione potrebbero far tramontare presto questa ipotesi, anche se l’assalto a un attaccante verrà probabilmente effettuato.

LA DIFESA – Mazzarri sa benissimo che per fare bene dovrà cementare a dovere la difesa, magari rendendo San Siro un fortino vero e proprio. Per farlo ripartirà sicuramente da due certezze: Handanovic tra i pali e il suo più fido scudiero in difesa, quel Campagnaro che ormai segue il tecnico ex Napoli da sette anni. Oltre all’argentino sono arrivati anche Andreolli e Rolando, mentre le conferme di Ranocchia e Juan Jesus fanno da filo conduttore tra passato, presente e futuro.

IL CENTROCAMPO –  Kovacic e Guarin avranno il compito di trascinare un reparto che aspetta di essere rinforzato sul mercato: Cambiasso avrà ancora un ruolo importante nel cercare di fare da filtro davanti alla difesa, mentre sugli esterni Pereira e Jonathan non danno (al momento) sufficienti garanzie, così come Zanetti – per motivi fisici – e Schelotto (in partenza). Probabile la partenza di Kuzmanovic, che non è riuscito a scaldare il cuore di Mazzarri per evidenti problemi tattici, soprattutto nel caso in cui dovesse arrivare il centrocampista richiesto dall’allenatore.

L’ATTACCO – Milito brucia le tappe ma non sarà a disposizione per il debutto in campionato: probabile che sia al meglio a metà settembre, ma sino a quel momento l’unica certezza in casa Inter si chiama Palacio. L’argentino reduce da una straordinaria stagione – terminata però con un infortunio – avrà il compito di trascinare sia i propri giovani compagni di reparto sia la propria squadra: è probabile infatti che Icardi e Belfodil non abbiano ancora l’esperienza per poter fare la differenza sin da subito. Per questo motivo Mazzarri vorrebbe un regalo dalla dirigenza, magari il ritorno di Eto’o.

L’ALLENATORE: Walter Mazzarri

Mazzarri inter PP

Dopo la sventurata esperienza con Andrea Stramaccioni, Moratti ha deciso di ripartire da un allenatore di esperienza: Walter Mazzarri ha la fama di non aver mai sbagliato una stagione dai tempi della miracolosa salvezza con la Reggina, passando per l’avventura blucerchiata e la Champions League conquistata con il Napoli. Utilizzerà prevalentemente i suoi due moduli preferiti: il 3-5-2 e il 3-4-1-2, probabilmente sfruttando Kovacic da trequartista alla Hamsik.

LA STELLA: Samir Handanovic

Samir Handanovic inter pp

Decisivo. Nonostante i 53 gol subiti nella scorsa stagione, Handanovic ha evitato per molte volte passivi ancora maggiori all’Inter. L’interessamento del Barcellona in estate non è andato a buon fine e allora Samir si appresta a disputare la sua seconda stagione in maglia nerazzurra, dopo le cinque passate a Udine. E’ riuscito anche a convincere la dirigenza a ingaggiare il suo preparatore preferito, e dalle parate dello sloveno dipenderà molto della stagione nerazzurra.

GIUDIZIO FINALE: Mancano ancora due o tre giocatori per poter competere davvero per obiettivi importanti. La mancanza di impegni infrasettimanali è importante per permettere ad alcuni veterani (Samuel, Cambiasso, Zanetti e Milito su tutti) di riposare più a lungo, e per questo motivo la rosa non deve essere necessariamente così folta. L’infermeria deve categoricamente rimanere vuota, però, perché le riserve non hanno né il talento né la continuità per sostituire al meglio gli undici titolari.