Serie A 2013/2014: Atalanta
SI PARTE (FINALMENTE) ALLA PARI: E sono 53. L’Atalanta si appresta ad affrontare per la cinquantatreesima volta nella sua storia il massimo campionato di calcio italiano, rafforzando l’appellativo di “Regina delle Provinciali” che giustamente la squadra bergamasca può vantare, essendo la compagine non rappresentativa di una città capoluogo di regione con più presenze in Serie A. Rispetto alle ultime due stagioni, vi è una sostanziale novità. L’Atalanta parte finalmente alla pari con tutte, senza quei fastidiosi “segni meno” in classifica figli dell’inchiesta calcioscommesse e di una giustizia sportiva fin troppo vessatoria con la “Dea” (e fin troppo accondiscendente con altre squadre). L’obiettivo della società presieduta da Percassi resta lo stesso di sempre: salvezza da conquistare nella maniera più tranquilla possibile. Per farlo, si è deciso di confermare gran parte della rosa dello scorso anno, apportando alcuni ritocchi e cercando di cogliere fino alle ore 23 del 2 settembre qualche occasione che possa migliorare il tasso tecnico della squadra.
LA DIFESA: Vero e proprio tallone d’Achille della passata stagione dell’Atalanta sono state le reti prese su palla inattiva. Il dg Pierpaolo Marino è corso ai ripari affidandosi all’esperienza del trentasettenne ex Milan Mario Yepes. Il capitano della Colombia affiancherà Stendardo in una coppia di difensori centrali molto forte sul piano di vista fisico, che piace molto all’allenatore Colantuono, amante dei tandem pesanti (ricordate Carrozzieri-Loria?). Canini e Capelli, quest’ultimo pienamente recuperato dopo un grave infortunio, proveranno a mettere in crisi questa gerarchia. Sulle fasce, a sinistra si va sull'”usato sicuro” formato da Del Grosso e Brivio, mentre a destra c’è la scommessa Nica, 19enne prelevato dalla Dinamo Bucarest, che ha ben impressionato nelle prime uscite amichevoli. Ai bergamaschi doc Raimondi e Bellini, il compito di far crescere il giovane romeno. In porta, come sempre da qualche stagione a questa parte, tocca ad Andrea Consigli con Polito, Frezzolini e Sportiello a completare il quadro dei “numeri uno”.
IL CENTROCAMPO: E’ il reparto che, sulla carta, offre piene garanzie sui titolari e lascia qualche piccolo dubbio su quelli che dovrebbero essere i rincalzi. I tre, che nel nuovo 4-3-3 di Colantuono, occuperanno le posizioni della mediana saranno Cigarini, Carmona e il nuovo “vecchio” acquisto Giulio Migliaccio, che torna a Bergamo dopo la positiva esperienza iniziata nel gennaio 2005 e conclusa a giugno 2007. Tre elementi dalla sicura affidabilità e che rappresentano una delle certezze della rosa neroblu. Dietro di loro, gli interni Giorgi, Cazzola e Koné e il “vice-Cigarini” Baselli. I primi due sono stati confermati dopo un’annata con più bassi che alti mentre Konè e Baselli sono giovani alla prima esperienza in A. Vi è grande curiosità soprattutto per Baselli. L’ex Cittadella si è destreggiato bene nelle prime amichevoli, mostrando anche una buona conclusione da lontano. Dovesse confermarsi anche in serie A, l’Atalanta ha trovato un vero e proprio tesoro da difendere.
L’ATTACCO: Otto calciatori, due (quasi) certezze e sei incognite. Questo, in poche parole, il quadro del reparto avanzato dell’Atalanta. I punti fermi sono rappresentati dal centravanti Germán Denis e da Giacomo “Jack” Bonaventura, che nel 4-3-3 giocherà come esterno sinistro d’attacco. Le uniche, piccole perplessità riguardano l’età del “Tanque“, 32 anni il 10 settembre e le sirene di mercato che fino all’ultimo circoleranno su Bonaventura. Ma i veri dubbi sono collegati agli altri sei componenti dell’attacco della “Dea”: Ardemagni, Brienza, De Luca, Livaja, Marilungo e Moralez. Per i più svariati motivi, ognuno dei sei citati precedentemente hanno “spade di Damocle” sul proprio capo. Procedendo con ordine, Ardemagni, capocannoniere della B la scorsa stagione col Modena, di restare a fare la riserva di Denis non ha proprio voglia e probabilmente partirà, su Brienza pesa il fattore età (34 anni), su De Luca, 2 reti la scorsa stagione, il punto interrogativo riguarda la continuità. Per Livaja, dubbi dal punto di vista tattico (riuscirà ad adattarsi da attaccante esterno?) e, soprattutto, comportamentale mentre su Marilungo pesa la lunga assenza dai campi causa infortuni. Infine Moralez. Il “Frasquito” è reduce da una stagione a dir poco deludente ed è davanti a un bivio: o si riscatta subito oppure vedrà poche volte il campo.
L’ALLENATORE: Stefano Colantuono
Stefano Colantuono e l’Atalanta. Un matrimonio arrivato alla sesta stagione, la quarta consecutiva e la quarta in serie A. Una stagione che Colantuono affronta con una grande novità tattica, anche in virtù della rosa a disposizione. Non ci sono esterni offensivi di ruolo? Nessun problema, si passa dal canonico 4-4-2 al 4-3-3, data l’abbondanza nel reparto offensivo. Una soluzione che il “generale di Anzio” sta utilizzando sin dal primo giorno di ritiro a Rovetta e che la squadra sembra aver recepito bene. E che dovrebbe portare, proprio come il vecchio modulo, la “Dea” alla salvezza.
LA STELLA: Germán Gustavo Denis
Non ce ne voglia Giacomo “Jack” Bonaventura, ma la palma di stella della squadra spetta di diritto al “Tanque”, che si prepara alla sua settima stagione italiana, la terza con la maglia della “Dea” dopo l’infelice esperienza di Cesena di dieci anni fa e i tre anni tra Napoli e Udine dove ha visto più la panchina che il campo. Qui a Bergamo gli sono state consegnate le chiavi dell’attacco e lui non ha deluso le aspettative. 16 reti il primo anno, 15 il secondo con due triplette, una alla Roma e una all’Inter a S.Siro nel rocambolesco Inter-Atalanta 3-4 della scorsa stagione. Potrebbe pesargli l’età (compirà 32 anni il prossimo 10 settembre), ma i centravanti col vizio del gol difficilmente vengono abbattuti dagli acciacchi della “vecchiaia agonistica”. Figuriamoci un “Tanque”.
GIUDIZIO FINALE: sono diversi i fattori che fanno pensare che l’Atalanta dovrebbe conseguire l’obiettivo della permanenza in A senza patire troppo. Un gruppo di calciatori consolidato, un allenatore che conosce alla perfezione l’ambiente, una società solida, una tifoseria appassionata che non mancherà di dare il suo contributo. Di contro, le troppe incognite presenti in rosa, soprattutto nel reparto offensivo. Se i punti interrogativi della “Dea” dovessero trasformarsi in esclamativi, allora la salvezza sarà conseguita agevolmente. Altrimenti, bisognerà soffrire.