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Coppa Italia, Cagliari-Frosinone: ecco perché scegliere l’inversione di campo

Il Frosinone ha centrato il passaggio al Terzo Turno di Coppa Italia grazie al successo di misura sul Modena. La formazione ciociara è ora attesa dall’impegno — nuovamente in trasferta — contro il Cagliari. I sardi, tuttavia, sono al momento privi di un impianto agibile nell’isola e dovranno emigrare, come spesso accaduto la scorsa stagione, al “Nereo Rocco” di Trieste. Soluzione piuttosto scomoda alle due squadre oltre che ai tifosi. In linea d’aria sono 818 i chilometri che separano Cagliari dalla città giuliana. Senza contare i costi che comporta un trasferimento del genere e, visto il tempo di crisi, è un fattore che non può passare in secondo piano.

Una proposta interessante, dunque, potrebbe essere quella di invertire il campo di gioco, disputarla al “Matusa” anziché al “Nereo Rocco”. Un precedente esiste, stagione 2005/06, Cisco Lodigiani e Fiorentina vengono sorteggiate per il Primo Turno di Coppa Italia. La gara si sarebbe dovuta disputare al “Flaminio” di Roma, ma la società laziale chiede l’inversione di campo. La Fiorentina accetta e la partita si gioca così al “Franchi” di Firenze. Il regolamento lo permette, è necessario soltanto il placet delle due sfidanti.

Lo stadio Comunale di Frosinone ha una capienza di 9575 unità e, in caso di arrivo di una squadra di A, garantirebbe un’ottima cornice di pubblico. Analizzando il numero di spettatori accorsi al “Nereo Rocco” di Trieste nelle cinque partite dello scorso anno, è lampante che l’affluenza di pubblico risenta molto della distanza tra le due città. Emblematici i dati dell’incontro del Terzo Turno di Coppa Italia dello scorso anno in cui i rossoblu hanno affrontato lo Spezia: 51 spettatori paganti. Considerando che i liguri sono in B, quanti spettatori in più potrebbe attirare un Cagliari-Frosinone? Probabilmente zero.

Perché giocare a Frosinone anziché a Trieste? Sostanzialmente per due motivi che vanno a braccetto: economico e logistico. Giocando in Ciociaria, le due squadre si assicurerebbero un incasso maggiore. A garantire questo c’è l’attrazione che una formazione di A può richiamare su una città che da un paio d’anni è lontana dai palcoscenici importanti della B. Senza dimenticare anche una nutrita schiera di sostenitori rossoblu (del Cagliari Campione d’Italia guidato dal fuoriclasse Gigi Riva) presenti in diverse zone della Provincia di Frosinone. Per la squadra cagliaritana non cambia pressoché nulla visto che comunque dovrà spostarsi in aereo, ma per il Frosinone ci sarebbe il risparmio di una trasferta (la seconda in sette giorni).

Inoltre, per i tifosi provenienti da Cagliari è decisamente più alla portata un trasferimento in Ciociaria piuttosto che a Trieste. Prendendo il traghetto per Civitavecchia, con un’oretta di macchina si arriva a Frosinone. Dal punto di vista economico, è nettamente più conveniente rispetto al viaggio in aereo, che resta comunque fattibile grazie ai vicini scali romani. Parlando in chilometri, la distanza verrebbe quasi dimezzata visti i 449 km (ben 369 km in meno) che separano — sempre in linea d’aria — il capoluogo sardo dalla città laziale.

Questi i dati della  stagione 2012/13 relativi alle gare disputate dal Cagliari al “Nereo Rocco”:

Coppa Italia

Terzo Turno, 18 agosto 2012: Cagliari-Spezia
51 spettatori circa.

Campionato

14 aprile 2013: Cagliari-Inter
5100 spettatori circa, presenti quasi esclusivamente tifosi interisti.

27 aprile 2013: Cagliari-Udinese
3000 spettatori circa, in maggioranza dalla vicina Udine.

8 maggio 2013: Cagliari-Parma
500 spettatori circa.

19 maggio 2013: Cagliari-Lazio
Spettatori? Vedere la foto:

Nereo Rocco di Trieste, Cagliari-Lazio

In un Paese dove la burocrazia rallenta qualsiasi cosa, questa nostra proposta può sembrare fuori tempo limite ma è doveroso fare un tentativo. Il Cagliari Calcio e il Frosinone Calcio potrebbero essere da esempio positivo per molte altre situazioni analoghe. La società sarda ha combattuto per un intero anno contro dei cavilli burocratici che le hanno impedito di disputare le gare interne davanti al proprio pubblico. Il presidente Massimo Cellino, lo scorso campionato, ha vissuto un’Odissea con i suoi giocatori e tifosi costretti a sobbarcarsi ulteriori trasferte tra Parma e Trieste.

A questo punto la domanda sorge spontanea: perché, dunque, non invertire il campo?