Io vorrei… non vorrei… ma se vuoi…
“Come può uno scoglio arginare il mare…” cantava Lucio Battisti… già, come può? E come può il solito, programmato, prevedibile e previsto blitz estivo far pulizia nel mondo del calcio? Domande retoriche diverse – purtroppo non ho la penna poetica del grande Lucio – ma che hanno entrambe la medesima risposta: “non può”.
Non può una giustizia “a orologeria” metter la parola fine al traffico sottobanco domenicale: l’annuale farsa estiva finisce infatti per colpire solo personaggi scomodi e, concedetemelo, qualche “sfigato” alla Paoloni, buttato nella gogna mediatica come carne da macello, testa sacrificale da mostrare alla platea per l’applauso di congedo in attesa di un nuovo “entusiasmante” campionato, di una nuova estate…
Scandali “programmati” quanto le perquisizioni, tardive, e utili quanto “masticar chewingum per risolvere la fame del mondo”. Sia chiaro, non è mia intenzione né mi passa per l’anticamera del cervello criticare o metter in dubbio l’operato delle forze dell’ordine: oltre che averne solo a rimetterci, a mia volta da “sfigato” qualunque, non credo le responsabilità le abbiano coloro che, anzi, provano in ogni modo a opporsi a questo teatrino – o baraccopoli, se m’è concesso.
Purtroppo però l’impegno profuso da chi punta a far rispettare la legge tutelandoci “cozza” contro gli interessi che girano intorno al mondo del pallone: il calcio infatti non è ormai più quella sfera che rotola sopra fili d’erba ma scambio di “verdoni” e business multimilionario che non può rallentare, figurarsi fermare. Così sotto l’ombrellone, tra una cessione all’estero e l’inutile e inguardabile amichevole estiva per far – tanto per cambiare – felici sponsor e media, i tifosi italiani passano le ferie a legger di intercettazioni, squalifiche, risultati aggiustati e possibili sanzioni salvo poi ritrovare a inizio campionato giusto qualche punto di penalizzazione qua e là e la solita sterile, inutile, stancante polemica che ci portiam dietro dal 2006 su onestà, prescrizioni, giustizia ingiusta e pilotata.
Una sorta di “vorrei, non vorrei, ma se vuoi” applicato al calcio dove si cerca di far cadere il castello arrestando i comprimari e i contatti calciatori-criminalità senza però riuscire a colpire i vertici dell’organizzazione e benché meno senza realmente punire gli attori primari, i calciatori stessi, che passato lo spavento tornano sul mercato nero in attesa del migliore acquirente. E, soprattutto, premurandosi bene di non arrecar danno ai vari magnate che investono nel calcio, siano essi russi, arabi, americani, indonesiani o italiani, e che sfamano un po’ tutti e tutto, a eccezione dei sogni dei propri tifosi.
Come invertire la tendenza e cambiare tutto questo? La risposta per quanto mi riguarda è sempre la stessa: non si può. Servirebbe fermare tutto e fermarsi, non aspettare che il campionato termini per interrogare e perquisire o far tutto approssivativamente e in fretta e furia per non farne tardare l’inizio. Dire stop, disintossicarci disintossicando, smettere per quanto serve di far rotolare quel pallone gonfio non più d’aria compressa ma del “puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”, per poi finalmente goderci il nostro “Perfect day”. Ne saremmo capaci? Ne sarebbe capace il tifoso medio? Ne sareste capaci? La loro forza sta nelle risposte che daremmo, la loro forza è la nostra “addiction” per questo sport bello e marcio allo stesso tempo. La loro forza, purtroppo, siamo noi…
Appuntamento, dunque, alla prossima estate, al prossimo scandalo annunciato, al prossimo conscio e consapevole inganno a cui, oramai, siam tristemente assuefatti.