Home » È successo in Serie A: il Cagliari

SARDI SEMPRE IN TRASFERTA – Vivere in un’isola, si sa, ha pro e contro. Da un lato c’è il forte senso di identità, quella sensazione che quello che hai intorno sia più tuo del solito, perché c’è il mare e tutto il resto. Nel calcio professionistico, però, essere isola regala gioie e dolori. La Sardegna, secondo certa storiografia e certo giornalismo d’epoca, entra nella storia d’Italia ufficialmente nel 1969-70 con Gigi Riva, lo scudetto, il tricolore di mister Scopigno. Ma la Sardegna si scopre fragile strutturalmente quando, sfumato lo stadio Sant’Elia (quello della Coppa Campioni e della semifinale UEFA), Is Arenas non è mai pronto, è agibile ma a volte no, è una polemica continua. Fra arresti, domiciliari, fenicotteri, polemiche anche (e soprattutto) politiche, porte aperte e porte chiuse, capienze ridotte e partite in casa ma in trasferta, è stato un anno da incubo. Diventato un anno da leoni, perché salvarsi con autorità, forza e anticipo come ha fatto questo Cagliari è impresa da eroi.

ibarbo-cagliariUndici leoni, ma sempre in trasferta. Sul piano tecnico, i problemi fisici di Cossu si sono fatti sentire meno del solito, vuoi per l’esplosione di un ormai maturo Nainggolan (fiore all’occhiello dei rossoblù, sardo d’adozione, uomo mercato), vuoi per la sapienza tattica del duo Lopez-Pulga. Eccola la svolta: con l’esonero di Massimo Ficcadenti, mai apprezzato dai tifosi e invero troppo attaccato a certe convinzioni tattiche, la squadra è come libera da vincoli, ragnatele e zavorre. Il Cagliari ha vinto giocando bene, ha strappato risultati importanti, specie se rapportati ai problemi burocratici, strutturali e psicologici derivanti dalla questione-stadio.

LA PARTITA PIÙ BELLARoma-Cagliari 2-4

L’imbarazzo della scelta, perché il 2012-2013 narra ai posteri di un Cagliari spavaldo e gagliardo in molte partite, anche contro le grandi. Verrebbe da parlare del rocambolesco 4-3 al Toro dell’ex Bianchi nel deserto di Quartu, o del ko inflitto alla Fiorentina di Montella, ma il 2-4 dell’Olimpico di Roma è una pagina scolpita soavemente nella storia del sodalizio rossoblù, anche alla luce delle polemiche della sfida d’andata. Dallo 0-3 in trasferta (mai digerito da Cellino e dal suo staff). La Roma di Zeman è altalenante, con il perenne passaggio dalla stelle alle stalle: il Cagliari gioca bene fuori casa, non si intimorisce dinnanzi allo stadio più prestigioso d’Italia, sblocca con Nainggolan al 3′. I giallorossi? Abili a ribattere col capitano Totti, di nuovo giù con l’ennesima papera di Goicoechea: un portiere buccia di banana. Ci penseranno Sau e Pisano a chiudere i conti, per sommergere la Roma e firmare un exploit storico, nonostante il centro di Marquinho al 90′. Serata di gioia e serata d’identità: due gol sardi nel tempio dello sport italiano.

IL MIGLIOR GIOCATOREMarco Sau

sau-cagliariCon Pinilla e Cossu altalenanti, per problemi fisici e motivi tecnici, Nainggolan sempre più pronto ai grandi palcoscenici, la scena spetta tutta a Marco Sau. Il ragazzo di Tonara timbra la sua prima stagione in Serie A con gol, costanza e polso, realizzando 12 gol. Ciò che conta è la voglia che ci mette, l’inserimento giusto, il guizzo di un goleador arrivato forse tardi alla massima serie ma pronto a difendere il simbolo di una città e di una regione. Dalle giovanili con Tonara e Cagliari, attraverso Manfredonia, Albinoleffe, Lecco, Foggia e Juve Stabia: a suon di reti, prestazioni, voti alti in pagella. Dicevano bene le nostre pagelle su Roma-Cagliari: “Non fa sconti al suo maestro Zeman. Con una facilità estrema si concede un gol e altre giocate da incorniciare. Classico esempio di chi esplode in leggero ritardo ma si riprende tutto con gli interessi“. Menzione speciale per i tifosi rossoblù, sempre vicini alla squadra nonostante i problemi logistici (e non solo).

IL FLOP – Nené

Nené Cagliari mpNon ha mai rispettato le premesse e le promesse. Dai gol (tanti) fatti in Portogallo, alla discontinuità fatta a persona in Sardegna. Fra Sant’Elia, Is Arenas, Parma e Trieste non il più prolifico dei bomber, certo chiuso da un parco attaccanti di tutto rispetto. La concorrenza di Pinilla, Sau e Ibarbo e altri è dura per tutti, ma l’impressione è che si tratti di un giocatore a metà. 3 gol in 23 uscite stagionali, il posto fisso come chimera e l’ombra dei compagni di reparto come stile di vita: poteva fare meglio, doveva fare meglio. Menzione non proprio d’onore per Thiago Ribeiro, uomo dalla tripletta facile in Coppa Italia ma non adatto ai massimi palcoscenici. In un attacco così affollato, due flop indolori per il dinamico duo Lopez-Pulga.

IL GOL PIÙ BELLO – Radja Nainggolan in Roma-Cagliari 2-4

OLIMPICO ROMA PPBella l’azione, bello tutto. Da azione dell’indiavolato Sau, uno che in Serie A sembra giocarci da una carriera intera, il belga Radja Nainggolan riceve l’assist e deposita in rete. Per battere Goicoechea e indirizzare la gara. Scelta ardua anche questa, perché di gol belli questo Cagliari ne ha confezionati (vedi sempre alla voce bomber di Tonara, in quel di Parma), ma vuoi per il significato di quella partita, vuoi per lo spunto da cui la rete nasce, il pensiero è corso nuovamente all’Olimpico. Da due dei protagonisti assoluti del 2012-2013, una gol bello come un film d’autore. Ecco il video:

Le puntate precedenti:

Atalanta, Bologna